il manifesto de
La Nuova Cucina Popolare Italiana
Una cucina che esisteva già. Ora ha un nome
È una cucina che nasce dall’essenziale, ma guarda lontano.
Popolare, sì, perché riconoscibile. Ma anche viva, attenta, dinamica.
Una cucina che cambia come cambiano le stagioni, le persone, le influenze.
E che resta fedele a un centro: la memoria, la materia, l’identità italiana.
Un Racconto Sensoriale
La Nuova Cucina Popolare Italiana è un racconto sensoriale.
Vive in un luogo dinamico d’incontri tra persone, cibi e bevande
che hanno provenienze diverse ma si fondono sotto il cielo del Veneto.
Dove il Nord incontra il Sud.
Dove il mare entra nei piatti di pianura.
Dove la storia di uno Chef diventa un modo di cucinare.
Contaminazioni e Fusioni
Non è una cucina chiusa.
È un sistema aperto, che dialoga con tutte le regioni d’Italia—e a volte, del mondo.
- Fusion Italiana: il Nord si fonde con il Sud, l’Est con l’Ovest
- Fusion Veneta: mare, montagna, colline e pianura in dialogo
- Tecniche globali, ma un cuore che resta profondamente italiano
Questa è una cucina che interpreta nuove tendenze,
ma lo fa con la consapevolezza e il saper fare che hanno reso grande il Made in Italy.
Principi
1. Memoria e attenzione.
Cuciniamo come si ricorda: con precisione, con cura, senza retorica.
2. Stagionalità vera.
Non per tendenza, ma per necessità e rispetto.
3. Popolare non vuol dire semplice.
Vuol dire condiviso. Vuol dire sentito.
4. Essenziale, non minimalista.
Ogni piatto contiene tutto quello che serve, e nulla di più.
5. Cucina che evolve.
Perché il presente ha bisogno di radici, ma anche di respiro.
“Abbiamo sempre cucinato così.
La differenza è che oggi lo diciamo, con un nome che ci rappresenta.”
— Renato Rizzardi